AIPD: Impariamo a credere nelle capacità delle persone Down

AIPD: Impariamo a credere nelle capacità delle persone Down
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Associazione Italiana Persone Down, un sostegno concreto per famiglie e operatori

Si sono conosciuti mentre i loro bambini facevano terapia e li hanno deciso di iniziare insieme questa avventura, perché il territorio ne aveva bisogno, perché loro per primi, ne avevano bisogno, ed anche i loro bambini…stiamo parlando dei quattro genitori che hanno dato vita alla sezione Aipd, Associazione Italiana Persone Down di Latina che da dicembre è attiva ed autonoma. Sono semplicemente genitori di bambini e ragazzi con la sindrome di down che hanno deciso di spendere il poco tempo che hanno a disposizione, per aiutare altri genitori e per aiutare i bambini con la sindrome di down a diventare grandi come tutti i bambini, ma con il giusto sostegno. A livello nazionale l’Aipd è attiva da tempo, a Latina la sezione sta prendendo i giri da questo inizio 2014. Il presidente, Samantha Meini, ci spiega che al momento è partito il progetto autonomia per i bambini down più grandi “Tempo libero e svago” che prevede uscite settimanali dei ragazzi senza i propri genitori, ma con gli operatori volontari ed altri genitori. In queste occasioni, si va al cinema, a spasso, al bar imparando ad essere autonomi e a gestire i soldi da soli. L’altro progetto che ha preso il via punta allo sviluppo della manualità dei bambini, con l’utilizzo di colori e vari materiali. A breve invece partirà un percorso che utilizzerà la musica, i bambini sulle note si esprimeranno come vorranno, ballando, cantando, battendo le mani. Gli scopi dell’associazione sono appunto quelli di diffondere tutte le informazioni inerenti la sindrome; favorire il pieno sviluppo sociale, mentale ed espressivo delle persone affette; aiutare le famiglie a confrontarsi ed a risolvere i problemi connessi alla nascita del bambino, la sua educazione, il suo inserimento nella scuola, nella società e nel mondo del lavoro, favorire l’integrazione nella società; promuovere e favorire lo studio e la ricerca sulle cause e sui fattori di rischio che favoriscono l’insorgenza della sindrome di Down, sulla prevenzione e sull’intervento più idoneo per lo sviluppo delle potenzialità della persone Down. I Servizi riguardano: informazioni e consulenza; consulenza legale; referente scolastico; referente per l’inserimento lavorativo; équipe di accoglienza, biblioteca; servizio di abilitazione. Le attività organizzate dall’Associazione sono incontri e dibattiti con studenti e docenti circa le problematiche sociali e didattiche della sindrome Down; seminari di aggiornamento per docenti di ogni ordine e grado, corsi di preparazione per operatori e volontari. I Progetti invece riguardano l’inserimento lavorativo; dal sospetto della diagnosi alla realtà della Sindrome, nonsolovacanze, amici sul web, stage lavorativi, corso all’autonomia, Agenzia del tempo libero; Down Dance.

La sindrome di Down si chiama così perché John Langdon Down, un medico inglese, nel 1862 ha descritto per la prima volta le caratteristiche delle persone con la sindrome di Down. Nel 1959 lo scienziato Jerome Lejeune ha scoperto che le persone con sindrome di Down hanno un cromosoma in più nelle loro cellule, per questo diciamo che è una “condizione genetica”. La sindrome non è una malattia e non può essere curata: è una caratteristica della persona che la accompagna per tutta la vita. In Italia ogni 1.200 bambini che nascono, 1 ha la sindrome di Down. Secondo alcune ricerche, in Italia ce ne sono circa 38.000 e la maggior parte ha più di 25 anni. Le persone con sindrome di Down possono fare quasi le stesse cose che fanno gli altri, solo con più fatica e mettendoci più tempo. La crescita del bambino avviene, infatti, più lentamente, ma lo stesso modo degli altri bambini. Possono camminare, parlare, correre, giocare, andare a scuola, imparare a leggere e a scrivere, stare con gli amici, a volte ci mettono solo più tempo. Le persone con sindrome di Down sono, però tutte diverse tra loro e hanno bisogno di aiuti diversi. La maggior parte raggiunge un buon livello di autonomia personale. Impara a curare la propria persona, a cucinare, a uscire e fare spese da soli, fa sport, frequenta amici e ha un fidanzato o una fidanzata. Insomma, le persone con sindrome di Down sanno fare molte cose e ne possono imparare molte altre. Perché queste possibilità diventino realtà è importante che tutti imparino a conoscerle, ad aiutarle nel modo giusto e ad avere fiducia nelle loro capacità, che sono tante…anche per questo esiste l’Associazione Italiana Persone Down. Per qualsiasi informazione ci si può rivolgere al presidente della sede di Latina, Samantha Meini 328 91 39 400, la sede di trova in via dei mille (lato palazzetto dello sport).


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