Un calendario Ricco che ci rende sempre più Poveri

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Solo per i bambini il mese di Dicembre è associato al Natale, per i “grandi” è un mese dolente.

Dicembre è nel nostro immaginario il mese associato al Natale: ne traiamo senza dubbio una buona dose di ottimismo. Il calore della famiglia, le mille luci che addobbano gli alberi, i bambini che aspettano i doni da Babbo Natale. Tutti elementi che almeno per una dozzina di giorni ci regalano una percezione ai problemi diversa rispetto a tanti altri giorni.

Ma forse quest’anno non abbiamo neanche il tempo di cominciare a sognare il Natale dalle mille tradizioni. Forse quello che sogniamo quest’anno, è solo trovare una scappatoia alle continue – permettetemi, la parola – salassate, che ci vengono imposte dall’alto.

Inutile dire che siamo carenti di ossigeno. Senza distinzione tra imprese e persone fisiche.

Pur analizzando la situazione per comparti, infatti, quello che balza agli occhi di un qualsiasi lettore è che manca ossigeno, non si respira.

DICEMBRE PER LE IMPRESE: Il tessuto imprenditoriale italiano è – come più volte ricordato – formato dalle piccole e medie imprese. Quelle che oggi più di tutte stanno subendo gli effetti di una crisi che non sembra mostrare ancora una coda. Con scadenza lo scorso 10 Dicembre, le imprese hanno provveduto al versamento degli acconti IRES e IRAP per l’anno 2013. È bene precisare che il termine ACCONTO nell’immaginario collettivo rappresenta quota parte rispetto al totale delle somme dovute. Ma attenzione, perché quest’anno non è stato proprio così. Con la circolare 37 diffusa il 6 Dicembre 2013, Assonime ha comunicato che sono cambiati gli acconti IRES e IRAP dovuti per il periodo d’imposta 2013. I soggetti IRES hanno dovuto corrispondere (a titolo di acconto per il 2013) una somma pari al 102,5% di quanto versato a titolo di saldo per i redditi del 2012. E non ci interessiamo di banche, assicurazioni e altre società finanziarie ma queste pagano addirittura il 130% rispetto allo scorso anno. Un acconto superiore all’imposta dovuta. Un anticipo d’imposta superiore al totale della stessa imposta. Un acconto che è un paradosso.

Ma com’è possibile? È come se domani uno di noi andasse in un negozio di abbigliamento e il titolare gli chiedesse di lasciare un acconto pari al 102.5% del prezzo totale del maglione che acquisterà. In quel caso andremmo via dal negozio sbattendo la porta. Invece in Italia restiamo (e non è questo un invito ad andar via) ma paradossalmente viviamo queste situazioni surreali con l’inerzia di una sfera.

A peggiorare la situazione poi un altro elemento che almeno inizialmente sembrava tutelare il contribuente: la circolare 37 mostrava una disposizione che sanciva l’inapplicabilità delle sanzioni per omesso o parziale versamento degli acconti dovuti se il versamento fatto in termini di acconto fosse stato almeno pari a quanto dovuto a titolo di saldo. Tale disposizione non è stata poi ovviamente confermata nella versione definitiva del provvedimento. Pertanto sanzioni e interessi per chi non ha regolarizzato la propria situazione fiscale.

DICEMBRE PER LE FAMIGLIE: l’IMU è una giostra che non si ferma mai. In continuo movimento e in continua evoluzione: l’unica cosa che era chiara dell’IMU è che si versava in due tranche: il 16 giugno e il 16 dicembre. Adesso non è neanche più così: il 16 Gennaio 2014 si parte alla volta della mini IMU, il cosiddetto conguaglio dell’IMU 2013.

Facendo un piccolo passo indietro, il versamento del saldo dell’IMU ha come ultimo giorno utile il 16 Dicembre: l’art. 1 del DL 30.11.2013 n. 133 esclude però dal versamento dell’Imposta, le seguenti tipologie d’immobili: l’abitazione principale e le relative pertinenze, le unità immobiliari e assimilate all’abitazione principale, i terreni agricoli posseduti e condotti dagli imprenditori agricoli iscritti nella previdenza agricola, i fabbricati rurali ad uso strumentale.

Per alcuni Comuni quella del 16.12.2013 non sarà l’ultima scadenza relativamente al 2013: infatti, entro il 16.01.2014 i cittadini di 2375 Comuni italiani dovranno corrispondere il 40% risultante dalla differenza positiva tra l’ammontare dell’imposta relativa all’aliquota decisa dai Comuni e quella minima voluta dallo Stato (pari allo 0.4%).

Volendo fare a titolo esemplificativo un esempio procediamo in tal senso: il Comune ha deliberato un’aliquota pari allo 0,55% da applicare ad un’abitazione con rendita pari a 1.000€. L’imposta dovuta sarà pari a 100,80 euro: per l’aliquota pari allo 0,55% deliberata dal Comune l’imposta dovuta è di euro 724, mentre per l’aliquota 0,4% fissata dallo Stato è 472. Dalla differenza tra le due imposte, che è pari ad euro 252, ne calcoliamo il 40% e otteniamo, come su anticipato, euro 100,80 da corrispondere come conguaglio per l’IMU 2013 entro il 16.01.2013, pena sanzioni e interessi.

Per fortuna la mini IMU riguarderà “solamente” 2375 Comuni. Per fortuna Latina non è fra questi. Dunque noi latinensi possiamo ritenerci fortunati. E come se non bastasse, prepariamoci ad un bell’aumento anche del carburante. Insomma, come recitava un antico proverbio, piove sempre sul bagnato. Il problema è che con tutta quest’acqua, stiamo affogando.

 


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