Lo spinning in mare raccontato da Simone Paniconi

Lo spinning in mare raccontato da Simone Paniconi
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Lo spinning in mare è una delle ultime tecniche di pesca nate per la cattura dei predatori da riva. Si praticata lanciando nel sotto costa un artificiale che poi va recuperato con vari movimenti, sperando che qualche pesce predatore, incuriosito lo insegua e rimanga attaccato alle ancorette o agli ami dell’artificiale. Questa disciplina di pesca sportiva è nata dalla fusione di due tecniche comuni: lo spinning in acqua dolce e la traina in mare. Oggi lo spinning marino è diventato una vera e propria filosofia, molti i pescatori neofiti che si avvicinano a questa splendida disciplina. Per praticare lo spinning si utilizzano canne con mulinelli molto leggeri, ma allo stesso tempo robustissimi, poiché in mare la sorpresa è dietro l’angolo. Le canne possono avere varie azioni e lunghezze, dai 2.10 mt fino ai tre metri, se si esigono lanci molto lunghi, le canne dovranno essere, rigide di fusto e abbastanza morbide di punta, in modo da ferrare tutti i pesci in modo perfetto. I mulinelli dovranno essere di buona consistenza, molto potenti e resistenti all’abrasione, dotati di una bobina abbastanza capiente in grado di contenere svariati metri di filo e soprattutto, dovranno avere una frizione micrometrica resistentissima. Potranno essere a bobina fissa di taglia non superiore ad un 5500, oppure a bobina rotante che ci garantiscono una distanza di lancio maggiore rispetto a quelli a bobina fissa. Canne e mulinelli andranno abbinati a del filo trecciato di ottima qualità, di diametro variabile da 0.14 a 0.23 per prede molto grandi. Il nostro attacco dovrà chiudersi, nella parte finale del trecciato, con un nodo (Tony Peňa) al quale collegheremo uno spezzone di fluorocarbon da 0.35 ed infine, in base alle prede che cercheremo, legheremo un moschettone resistentissimo che ci permetterà di cambiare l’artificiale in modo immediato. Fondamentale per questa pesca è l’esca artificiale che imita la preda, per essere efficaci dovranno essere simili al pesce foraggio presente sul luogo di pesca. Gli artificiali usati nello spinning sono essenzialmente quelli usati per la traina costiera. Gli artificiali di tipo Suspending: i Popper e Wtd, si utilizzano per la cattura di predatori che cacciano a galla. Una volta lanciati, provocheranno degli schizzi nell’acqua che, attireranno il predatore da notevoli distanze. I siliconici, sono artificiali eccezionali, si animano a gusto e piacere di ogni pescatore, ci permettono di pescare dal pesce più piccolo al più imponente. Il vantaggio di questo artificiale è di essere molto economico, inoltre, la sua morbidezza farà cadere il pesce più facilmente in tentazione. Gli artificiali “storici” sono i cucchiaini, con i loro riflessi in acqua, ci garantiscono la cattura anche in situazioni difficili. Lo spinning in mare si pratica, dalla spiaggia, dai porti e dalle scogliere l’importante è che nei paraggi ci sia uno sbocco di acqua dolce oppure una punta di sabbia che faccia muovere di più il fondale. Se scegliamo gli scogli invece, sarà meglio trovare delle calette battute dal vento dove i pesci si raggrupperanno per cacciare. Con questa tecnica diamo la caccia a: Occhiata, Spigola, Sugherello, Serra, Rombo ed infine alla Leccia Amia, la preda che tutti gli spinner sognano. Nel prossimo articolo parleremo del surfcasting in primavera.


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