L’Abbazia di Valvisciolo: una storia di monaci e cavalieri

L’Abbazia di Valvisciolo: una storia di monaci e cavalieri
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Un piccolo gioiello tra spiritualità, misteri e sapori artigianali

Con Casamari e Fossanova, edificata nel XII secolo in rigoroso stile cistercense, l’Abbazia di Valvisciolo rappresenta uno dei luoghi di culto più noti della pianura pontina. Da sempre suscita l’interesse di fedeli e curiosi perché, tra sacro e profano, la sua storia è avvolta in un alone di mistero e leggenda. Secondo la tradizione a partire dal XIII secolo ospita l’Ordine dei Cavalieri Templari. Come sempre, quando ci s’imbatte nella storia dell’ordine cavalleresco medievale, si richiamano antiche leggende legate alla particolare simbologia che caratterizza i suoi luoghi di culto. La più conosciuta è quella che vedrebbe gli architravi dell’Abbazia spezzarsi al momento dell’esecuzione del gran maestro Jaques de Molay. L’occhio dell’osservatore attento riconosce ancora segni di fratture storicamente riconducibili proprio a quel periodo. Ma le stranezze non finiscono qui e l’abbazia di Valvisciolo è disseminata d’indizi. Si parte dalle famose croci, dalla forma inconfondibile, presenti nella struttura, evidenti nel chiostro e sulla facciata principale. Parlando di Templari non si può non menzionare il cosiddetto SATOR, famoso quadrato magico che riporta un palindromo latino, frase dal significato ancora oscuro. La particolarità che lo differenzia rispetto agli altri sparsi un po’ ovunque in Europa, è la forma circolare, unica nel suo genere che dispone la frase in cerchi concentrici. Il simbolo è stato rinvenuto anni fa, nel corso di alcuni lavori di ristrutturazione che portarono alla luce l’intonaco originale.

È posto nella parte occidentale del chiostro, ma esposto agli agenti atmosferici è sempre meno evidente. Con lo scioglimento dell’ordine, circa un secolo dopo il suo insediamento nelle terre pontine, il Valvisciolo passa sotto il controllo dei monaci cistercensi, che abitano il complesso ancora oggi. La presenza cistercense è evidente nella struttura architettonica, all’interno dell’Abbazia, infatti, le pareti sono completamente spoglie. La scelta segue il dictat “memento mori” (letteralmente “ricordati che devi morire”) che esortava ad evitare gli sfarzi concentrandosi sulla spiritualità.

Pochi i fronzoli quindi in un enorme complesso in cui sicuramente l’elemento decorativo principale resta il rosone, di grande effetto sulla facciata principale. L’ampia terrazza panoramica davanti l’Abbazia offre una magnifica vista sull’intera pianura, che nei giorni sereni spinge l’occhio fino al contorno del Circeo. Quando il tempo è incerto invece, si riesce facilmente ad avvertire il senso di mistero che pervade il luogo intero. Fuori da ogni pretesa di spiritualità non si può non menzionare la piccola rivendita di prodotti monastici realizzati artigianalmente. Si parla di liquori, caramelle, miele, pollini pappa reale e derivati, che valgono da soli una visita a questo piccolo gioiello.

Giorni e orari di apertura della rivendita:

Dal lunedì alla domenica dalle 08:00 alle 12:00 e dalle 15:00 alle 19:00

 


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