In marcia per salvare Roberto

In marcia per salvare Roberto
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A cavallo fra la giornata Internazionale dell’Industrializzazione dell’Africa e la giornata Mondiale dei Diritti Umani, parenti, amici e conoscenti di Roberto Berardi hanno organizzato una fiaccolata, che attraversando la città, da Piazza San Marco si è conclusa sotto il palazzo della Prefettura. La fiaccolata ha voluto coinvolgere la città, ma soprattutto tenere alta l’attenzione, sul caso dell’imprenditore pontino detenuto nel carcere di Bata, nella Guinea Equatoriale. Roberto Berardi è stato arrestato ad inizio anno nel piccolo paese africano e, ora è rinchiuso in prigione, dove è costretto a vivere in drammatiche condizioni. Imprenditore edile, Roberto Berardi lavorava in Africa già da molto tempo, quando il vicepresidente, Teodoro Obian Jr, e figlio del presidente, gli propose di andare a lavorare ed investire in Guinea Equatoriale, poiché aveva apprezzato i lavori già completati da Berardi nei paesi vicini. Come vuole la legge locale, Berardi, costituì una società mista con un locale, ed ebbe l’onore di avere come socio nell’Eloba Construction, Teodoro Obiang Jr detto Teodorin. Tutto sembrava procedere per il meglio, l’impresa edile lavorava con facilità e, in effetti, conquistava diversi appalti, ma i soldi che entravano in cassa erano prelevati da Teodorin come sue “commissioni”. Dopo aver riscontrato delle anomalie nelle movimentazioni sui conti dell’impresa, Berardi avrebbe chiesto dei chiarimenti, finendo arrestato processato e condannato a due anni e quattro mesi di reclusione. Parenti e amici ora temono per la sua salute, in pochi mesi di detenzione ha perso 50 chili di peso, ha avuto diversi attacchi di malaria ed è stato bastonato più volte. Comprensibilmente accorato l’appello della mamma di Roberto la signora Silviana – “Sono mesi che abbiamo sue notizie solo tramite la ragazza che gli porta il cibo in prigione, è malato, non riceve cure è stato picchiato selvaggiamente ed è ridotto pelle ed ossa. In questi mesi, sperava che la giustizia facesse il suo corso, ma adesso è indispensabile l’aiuto di tutti. Oltre ai suoi amici si stanno mobilitando le ambasciate Americana e Francese, è sotto gli occhi di tutti che Roberto è innocente. La mia speranza, e quella dei suoi figli, è di riuscire a riabbracciarlo per Natale. Non ci fermeremo, se per riavere a casa Roberto dobbiamo scendere in piazza ogni giorno, siamo pronti a farlo, non vogliamo più promesse ma solo la certezza che torni in Italia, e al più presto”. La versione che vuole Berardi innocente sembra fondata, oltre che sulle parole di Berardi e degli ex dipendenti italiani di Eloba, su tre solidi punti: il primo è che la giustizia nel paese è completamente asservita al regime, che è notoriamente spietato, il secondo è che “Teodorin” Obiang è noto per essere corrottissimo e incline agli abusi quando gioca in casa. Il terzo è che esiste un riscontro da parte delle autorità statunitensi delle parole di Berardi, Teodorin, infatti, ha usato oltre un milione di dollari dell’Eloba per acquistare cimeli di Michael Jackson e altre sciocchezze con le quali decorare la sua villa di Malibu, da oltre 30 milioni di dollari. Per far sentire la vostra voce pagina FB: liberiamo Roberto Berardi.


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