Crowdfunding Boom di progetti in Italia

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di Elena Spunton

Ne parlano ormai tutti i giornali, in Italia è un fenomeno abbastanza recente con le prime iniziative, “Produzioni dal Basso” e “Kapipal”, avviate nel 2005, ma possiamo citare anche esperienze più recenti come quella promossa dalla band Ex-Otago, per produrre il proprio cd nel 2011 tramite la campagna “Anch’io produco gli Ex-Otago”, e poi, il progetto che in assoluto ha raccolto più adesioni, la proposta per la ricostruzione della Città della Scienza, il polo scientifico di Napoli andato distrutto per un incendio. Stiamo parlando del fenomeno del Crowdfunding, letteralmente “finanziamento collettivo” che dà il via a ciò che viene chiamato azionariato popolare. Il Crowdfunding consiste in una collaborazione tra persone che utilizzano il proprio denaro in comune per sostenere progetti che possono provenire sia da singoli individui che da organizzazioni; a volte possono riguardare aiuti umanitari, in altre occasioni si occupano di dare sostegno alla cultura fino ad arrivare al supporto all’imprenditoria e alla ricerca scientifica. Oggi rappresenta un importante strumento per promuovere l’innovazione e il cambiamento sociale, questo grazie alla caratteristica intrinseca del fenomeno, consente, infatti, di abbattere le barriere del tradizionale investimento finanziario che in questo periodo di crisi economica è diventato sempre più difficile da ottenere, ma non solo. Lo sviluppo irrefrenabile del Crowdfunding ne rivela i suoi tanti punti forti: riduce i costi di transazione e le complessità legislative, garantisce una certa quantità di utenti che passano regolarmente a controllare i nuovi progetti rendendoli così conosciuti e di conseguenza con più possibilità di realizzazione. La pratica è stata portata alla notorietà dal presidente degli Stati Uniti Barak Obama che pagò la propria campagna elettorale interamente con soldi donatigli dagli elettori. Il fenomeno si manifesta interamente sul web attraverso l’incontro su piattaforme create appositamente e divise per tipologie: le Reward-Based (basate su ricompense): i donatori riceveranno in cambio una ricompensa o un premio, che vanno dal pre-ordine del prodotto non ancora immesso sul mercato ad un semplice “grazie” scritto sul sito web. Questo tipo di piattaforma è il più diffuso, in Italia è presente con Eppela, BoomStarter. Le Equity-Based (basate su azioni finanziarie): i promotori del progetto definiscono una somma target da raggiungere, in un tempo limite fissato; la somma target viene poi divisa in migliaia di parti uguali che vengono offerte in forma di azioni ad un prezzo fisso. In Italia i limiti imposti dalla legislazione hanno rallentato lo sviluppo di piattaforme equity-based ma la SiamoSoci ha raggiunto successi importanti. Infine c’è il modello Microfinanza diviso in Microprestiti che consiste nella fornitura di servizi finanziari a clienti con reddito basso e Prestito Peer-to-Peer che avviene direttamente tra individui senza l’intermediazione delle tradizionali istituzioni finanziarie, di tale tipologia esiste dal 2007 l’italiana Prestiamoci. Il fenomeno per ora nel nostro paese ha preso piede soprattutto nel Nord, dove hanno sede la maggior parte delle piattaforme, che prendono spunto dalle esperienze straniere e replicano anche qui il grande successo internazionale. Un successo prevedibile in questo momento che attraversiamo, giovani, ma anche commercianti con un po’ più di esperienza avranno molte chance in più di vedere i propri progetti andare a buon fine, oltre all’importantissimo contributo che si potrà dare a sostegno della cultura ormai passata in ultimissimo piano in Italia.


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