Convegno: Bonifica integrale, recupero delle campagne e ritorno ai grani antichi; chiusi i lavori

Convegno: Bonifica integrale, recupero delle campagne e ritorno ai grani antichi; chiusi i lavori
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Il ritorno alla coltivazione dei grani antichi rappresenta davvero una possibilità per migliorare la qualità dell’alimentazione umana o è solo un’occasione per fare business? E ancora: può una dieta priva di glutine essere consigliata anche a chi non è celiaco? L’agricoltura processo naturale? Sono solo alcuni dei quesiti ai quali si sono trovati a rispondere i relatori del convegno “Dal recupero delle campagne al ritorno dei grani antichi”, ospitato nei locali del ristorante Al Fogolardi Chiesuola, in occasione della quinta edizione della Festa della Mietitura e del settantesimo anno di attività della famiglia Sottile. L’incontro  promosso dall’Associazione Agroalimentare in Rosa, in collaborazione con l’Arga Lazio e l’Associazione Culturale Chiesuola, ha voluto essere un viaggio lungo oltre 70 anni dalle prime attività post bonifica operate dai friulani a nord della provincia di Latina, fino alla valorizzazione genetica, alle prospettive del  mercato e ai consumi delle coltivazioni cerealicole operate sul territorio  anche in termini di valorizzazione delle eccellenze, introduzione  di politiche condivise in campo agricolo, sicurezza alimentare, contrasto alle sofisticazioni alimentari e benessere della persona.  Ad animare il dibattito moderato dalla giornalista Tiziana Briguglio, personaggi di spicco nel mondo dell’università, della ricerca e della comunicazione. Tra loro: il consigliere già presidente della Fondazione Roffredo Caetani Pier Giacomo Sottoriva, l’architetto Luca Falzarano, il professor Giuseppe Nocca, la professoressa Stefania Masci del Dafne Università della Tuscia, il nutrizionista del Crea Umberto Scognamiglio, la dirigente dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Lazio e Toscana Tiziana Zottola, il presidente dell’Arga Lazio Roberto Ambrogi e il presidente del Comitato promotore  della Festa della mietitura di Chiesuola, Vincenzo Valletta. Ad essere sottolineata da tutti  la tendenza generalizzata e per alcuni versi  rischiosa, di considerare il passato migliore del presente. Le varietà cosiddette “antiche” sono rappresentate dai frumenti selezionati da ricercatori a partire dai primi del 1900 sino al 1960 mentre le cultivar moderne sono quelle comparse dagli anni ’60 in poi. “Sicuramente il recupero dei grani cosiddetti “antichi” rappresenta un valore aggiunto per le aziende cerealicole che soffrono del calo dei prezzi del frumento – ha commentato la professoressa del DAFNE Stefania Masci –  ma i cambiamenti climatici in atto rendono impossibile incentrare su queste colture di nicchia l’agricoltura del futuro che, invece, dovrà fare uso dell’innovazione, pur con un rispettoso occhio al passato”. E di quanto sia minacciata la pianura pontina dalle variazioni climatiche e dagli effetti previsti nel medio-lungo periodo che rendono le aree costiere fortemente a rischio di inondazione, lo ha molto ben evidenziato Pier Giacomo Sottoriva.  “Il fascino suscitato dai grani antichi pone indubbiamente degli interrogativi sulla reale efficacia dell’ introduzione di queste varietà o specie nella alimentazione quotidiana – ha proseguito il professor Giuseppe Nocca –  Non si può escludere che l’attenzione verso la nicchia di consumo rivolta ai grani antichi scaturisca dalle proprietà organolettiche (aroma, gusto) che tradizionalmente sono sprigionate da alcuni prodotti della panetteria nazionale. Tuttavia le proprietà organolettiche derivano a loro volta dalla manipolazione dell’uomo oltre che dalle interazioni dei lieviti con la materia prima. Gli studi in materia focalizzano alcuni punti fermi, lasciando ancora aperti margini nella ricerca”. “Nei social media, spesso è riportata la fake news che la prevalenza della celiachia e della sensibilità al glutine è in aumento negli ultimi anni, a causa del consumo di cereali moderni e raffinati – ha sottolineato il professor Umberto Scognamiglio –  In realtà,  ha spiegato ,  non c’è nessuna evidenza scientifica che indichi una correlazione tra consumo di una specifica varietà di grano, l’uso di pesticidi usati in agricoltura e il tipo di sfruttamento dei terreni di coltura e lo sviluppo di celiachia. La dieta senza glutine è fondamentale per una persona affetta dalla malattia, ma non deve essere seguita senza motivo come risultato di una moda, poiché è in questo caso inutile e potenzialmente dannosa – ha proseguito Scognamiglio –  Non è “più leggera”, è non “dimagrante”, anzi spesso gli alimenti senza glutine hanno una composizione nutrizionale diversa rispetto ai corrispondenti per la popolazione generale”. E sul problema  delle allergie e della sicurezza alimentare si è espressa anche la dottoressa Tiziana Zottola che ha parlato delle funzioni dell’Istituto zooprofìlattico nel contrasto alle sofisticazioni alimentari e al benessere della persona. “L’Obiettivo dell’incontro – ha spiegato  il presidente dell’associazione Chiesuola Vincenzo Valletta – è stato quello di preservare e far conoscere le origini di una terra, qual è l’agropontino,  da sempre devota all’agricoltura, alla campagna, al lavoro dei campi e alle produzioni cerealicole. Per questa ragione ci è sembrato opportuno ospitare in occasione della quinta edizione della Festa della mietitura, il convegno volto alla formazione professionale dei giornalisti. Un ringraziamento  all’Associazione Agroalimentare in Rosa per il supporto offerto e la proprietà del Fogolar per l’ospitalità e per aver deciso di festeggiare con noi i suoi primi 70 anni di attività”.


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