Cocomeri pontini su Rai 1

Cocomeri pontini su Rai 1
Condividi

Saranno le gustose angurie coltivate all’ombra della Maga Circe, nelle terre del “Triangolo d’Oro”, tra Sabaudia, San Felice Circeo e Terracina, le grandi protagoniste della trasmissione televisiva Linea Verde, in onda domenica prossima, alle 12,20, su Rai 1. I conduttori Patrizio Roversi e e Ingrid Muccitelli hanno scelto infatti di dare il via alla programmazione estiva partendo dalle verdi campagne che caratterizzano questa parte del Lazio meridionale famosa, oltre che per le coltivazioni orticole, anche per lo splendido litorale. A svelare tutti i segreti del frutto per eccellenza simbolo dell’estate, il responsabile della cooperativa agricola Ortoverde Claudio Filosa che, nella puntata dell’ otto giugno dal titolo “Sapori Mediterranei”, tra aneddoti e curiosità, permetterà al grande pubblico di conoscerne la storia e le tecniche per poterne apprezzare al meglio il sapore. Originario dell’Africa tropicale, dove sono ancora presenti numerose forme spontanee, nel territorio pontino la coltura del cocomero ha cominciato ad affermarsi nel secolo scorso. In principio furono i contadini di San Felice, i cosiddetti Sanfeliciani, a coltivarla sulla sabbia. Poi, visto il successo che riscontrava tra i consumatori per le sue proprietà rinfrescanti ed il basso contenuto calorico, vennero tutti gli altri. Favorevoli le particolari condizioni pedoclimatiche che in breve tempo hanno portato Latina a concentrare da sola oltre il cinquanta per cento del raccolto nazionale. In tutto 2000 ettari a campo aperto e 500 coperti da serre per una produzione si stima di circa un milione e quattrocentomila quintali pronti ad invadere non solo i mercati nazionali ma anche quelli tedeschi e dell’est europeo. Un successo che se da una parte premia i grandi imprenditori orticoli, dall’altra sta vedendo scomparire una delle

claudiofilosalineaverde
Claudio Filosa Linea Verde

figure fondamentali per la raccolta del prezioso frutto: quella dello “stacchino”. Un mestiere anticamente tramandato di padre in figlio oramai quasi del tutto abbandonato dagli italiani, oggi in mano prevalentemente a tunisini, marocchini e indiani. “Un lavoro di alta specializzazione e per questo molto ben retribuito – spiega Filosa incalzato dalle domande di Roversi – che può determinare la riuscita o meno del raccolto. A spaventare i giovani intere giornate passate curvi sui campi a dividere i cocomeri pronti per il consumo da quelli che, seppur apparentemente in grado di essere raccolti, non hanno ancora terminato il ciclo sulla pianta”. Ma come si fa a capire il giusto stadio di maturazione di un’anguria? Basta stare attenti a pochi ma significativi particolari i cui indici sono: suono aperto, colore della buccia tendente al biondo, interno rosso, compattezza della polpa, semi ben serrati e neri, livello zuccherino compreso tra i nove e i dieci gradi. Caravan, Zodiac, Dumara sono solo alcune delle varietà più comunemente presenti sulle nostre tavole. Ad incoraggiarne l’acquisto e dunque a fare del classico cocomero il re incontrastato delle vendite, anche le continue ricerche in campo medico. Ultima, in ordine di tempo, quella condotta dal professor Antonio Figueroa della Florida State University, pubblicata sull’autorevole rivista scientifica “American Journal of Hypertension”. Ad essere evidenziata dallo studio, l’efficacia dell’anguria nel contrastare l’ipertensione nei soggetti stressati e in sovrappeso. Dunque un vero e proprio toccasana, del tutto naturale e privo di controindicazioni.


Condividi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *