Centro Donna Lilith presenta: il Colonialismo Italiano raccontato dalle Donne

Centro Donna Lilith presenta: il Colonialismo Italiano raccontato dalle Donne
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Martedì, 14 aprile alle 10 presso il Liceo Scientifico “G: B: Grassi”, il Gruppo di Lettura del Centro Donna Lilith, dedicherà una mattinata di studi al tema “Colonialismo italiano, diaspora e identità culturale attraverso le narrazioni delle donne” con il coinvolgimento e gli interventi delle/gli studenti del quinto anno dei licei scientifici “G.B. Grassi” e “Ettore Majorana” e del liceo “A. Manzoni” di Latina. Il colonialismo è stato per secoli la principale direttiva di politica estera, dell’Europa e, in tempi moderni, degli Stati Uniti d’America. Direttiva mirante all’accaparramento di territori ricchi di materie prime e manodopera quasi a costo zero.La letteratura, ancor prima dell’informazione e della saggistica, ha evocato a sé la narrazione dei drammi umani, la testimonianza del dolore, dei soprusi, della  gratuita e  barbara crudeltà di cui le donne sono state le vittime maggiori. Vorremmo parlarne al passato; ma la realtà è sotto gli occhi di tutti: cambiano solo le sigle, le bandiere, le denominazioni geografiche ma la Storia e le storie rimangono spaventosamente uguali, ieri come oggi. La giornata di studio promossa dal Gruppo di Lettura del Centro Donna Lilith di Latina vuole essere una riflessione, una finestra aperta sul tema. Le guide nel percorso di questo tema saranno le scrittrici Igiaba Scego e Gabriella Kuruvilla, la regista Pina Mandolfo e il fotografo Rino Bianchi. Nel corso dell’incontro, partendo da un punto di vista femminile, si rifletterà sulle migrazioni, sul Locandinapassato coloniale italiano e i suoi legami/rimozioni con il presente, e sulle non facili condizioni di vita in Italia delle persone che hanno la “fortuna” di essere portatrici di più culture. Con il docufilm di Pina Mandolfo e Maria Grazia Lo Cicero “Orizzonti mediterranei. Storie di migrazioni e di violenze” entreremo a contatto con il calvario di chi fugge da luoghi di povertà e di guerra, luoghi in cui la violazione dei diritti umani è la norma. Il film contiene interviste e immagini di repertorio con cui le registe hanno “voluto dare voce agli ultimi del mondo. Uomini e donne, per i quali e per le quali le parole ‘diritti umani’ e ‘cittadinanza’ perdono di significato”. Le autrici ci raccontano le speranze di queste persone, “il legame reciso con le loro terre e con gli affetti, le violenze subite dalle donne, le indicibili sofferenze dei lunghi viaggi, che vedono l’ultimo lembo di Europa come una terra promessa”. Con Igiaba Scego e le sue opere parleremo della grande Storia attraverso le storie individuali di cui essa è fatta. Con “Oltre Babilonia” passando per la Roma multietnica di oggi, luogo dell’approdo di tutte le protagoniste del romanzo, ci inoltreremo nelle storie intrecciate di personaggi, linguaggi, racconti, epoche, e paesi diversi. Con esse attraverseremo la Storia della Somalia degli ultimi anni dell’epoca coloniale e dell’indipendenza e la Storia della Buenos Aires dei desaparecidos degli anni settanta. Questo “vasto romanzo intensamente politico e intensamente carnale” e in modo più puntuale “Roma negata” saranno il punto di partenza per parlare dell’esperienza coloniale italiana e della necessità di non dimenticare. Con Gabriella Kuruvilla e “E’ la vita, dolcezza” ci inoltreremo nella difficile ricerca di una propria identità, nella condizione di incertezza, precarietà e spaesamento tipici non solo di chi si trova a vivere in bilico fra due mondi e due culture diversi, ma anche della nostra società. In “Milano, fin qui tutto bene” Kuruvilla ci racconta con ironia di quel multiculturalismo che invece di essere segno di ricchezza, per le/gli immigrate/i (non solo straniere/i) in Italia è causa di serie difficoltà.  L’Italia pare non voglia rendersi conto che siamo/siamo stati/e tutti/e migranti, che viaggiare è insito nella natura umana e che quando ci si trova a vivere in condizioni di gravi disagi, il desiderio di andare alla ricerca di luoghi ove sentirsi al sicuro o alla ricerca di qualità di vita migliore ci spinge addirittura a intraprendere viaggi che ci fanno abbandonare anche gli affetti e possono metterci al rischio di perdere la vita.
Ingresso libero


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