Prosegue la protesta dei lavoratori de La Provincia

Prosegue la protesta dei lavoratori de La Provincia
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Continua la battaglia dei giornalisti e dei poligrafici dell’edizione pontina del quotidiano ‘La Provincia’. Continuano per rivendicare i loro diritti e la loro dignità di lavoratori e per dire basta all’ennesimo colpo inferto al pluralismo dell’informazione in una provincia dove, oramai, la carta stampata si è pericolosamente ridotta a un pugno di pagine. Quella stessa provincia dove nel corso dell’ultimo decennio hanno chiuso troppe redazioni, alcune anche storiche come quella de ‘Il Tempo’, senza che da ciò ne nascesse una riflessione seria su quello che sta succedendo nel meraviglioso e, al tempo stesso, insidioso mondo dell’informazione. Soprattutto da parte di chi, fino a oggi, ne ha mosso i fili.Loro, i lavoratori de ‘La Provincia’ materialmente messi alla porta, precisamente fuori dalla porta, dallo scorso 5 gennaio ci stanno provando a fare in modo che questo nuovo ’stampicidio’ non avvenga come se nulla fosse. Si trovano ancora nella sede ciociara del giornale, l’edizione dei colleghi ‘più fortunati’, quelli che ‘continuano a uscire’, riuniti in un’assemblea permanente che “proseguirà ad oltranza sino a quando il socio di riferimento della testata, Arnaldo Zeppieri, non interverrà insieme ad Effe Cooperativa per soddisfare le richieste di tutti i lavoratori”.Da lì continuano a fare informazione, ma non su incidenti, inciuci politici e rapine, ma sulla loro situazione, allertando a scrivendo a tutti.Per esempio al sindaco di Latina Giovanni Di Giorgi e a quello di Frosinone Nicola Ottaviani ai quali descrivono “la grave situazione di disagio determinata dall’atteggiamento dell’azienda editoriale” per la quale lavorano da quasi dieci anni, evidenziando i disagi per “la mancata corresponsione di nove mensilità, del 20 per cento dello stipendio di maggio, dei rimborsi relativi agli assegni familiari, dei rimborsi 730 e quelli relativi alla legge sull’assistenza alla disabilità”. E poi “ferie sottratte indebitamente, domeniche non regolarmente retribuite e corte non godute”.Hanno, inoltre, chiesto un incontro urgente al prefetto di Frosinone per spiegare i motivi della loro mobilitazione.Solidarietà bipartisan è arrivata ai lavoratori, che per circa dieci anni hanno seguito le vicissitudini politiche, economiche, sociali e di cronaca della provincia pontina e adesso sono diventati loro un ‘caso’ degno di finire sulle pagine dei quotidiani locali.


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