Palio del Tributo a Priverno: quando l’arte diventa parte della festa

Il Palio del Tributo non è solo rievocazione storica, folklore e spettacolo: è anche arte, bellezza, racconto per immagini. Accanto alla corsa all’anello, ai costumi d’epoca e alle atmosfere medievali che ogni anno animano la città, si rinnova infatti l’attenzione degli organizzatori verso la dimensione artistica del Palio. Una scelta che impreziosisce la manifestazione, arricchendola di contenuti visivi e profondi. Il prossimo 26 giugno sarà inaugurata la mostra di Marinella Pompeo, pittrice di origini campane che ha realizzato il Palio 2025, un’opera che sarà svelata proprio in occasione di questa esposizione. L’iniziativa è promossa dalla Direttrice Artistica Tiziana Pietrobono e curata con impegno e sensibilità dalla presidente Valentina De Angelis, che ha fortemente voluto un momento dedicato alla pittura e alla fotografia come parte integrante del programma. Accanto ai quadri di Pompeo, sarà possibile ammirare le fotografie di Fabio Di Legge e Carlo Picone, i due fotografi ufficiali del Palio, che attraverso i loro scatti raccontano con delicatezza e precisione le emozioni più autentiche dell’edizione 2024. Il titolo della loro mostra è eloquente “Emozioni e colori del Palio”. Ritratti, sfilate, dettagli

rubati, la corsa all’anello, tutto è lì, fermato nel tempo con sensibilità e occhio narrativo. Marinella Pompeo, protagonista di questa edizione artistica è nata a Mondragone, si è formata all’Istituto Statale d’Arte di Cascano di Sessa Aurunca, dove si è specializzata in ceramica. Un percorso che l’ha portata a muovere i primi passi nel mondo dell’arte come ceramista-decoratrice, affinando una tecnica precisa e ricercata, particolarmente legata alle maioliche. Nel frattempo, però, Marinella non ha mai smesso di coltivare la pittura, sviluppando uno stile personale, immediatamente riconoscibile, che negli anni le ha fatto ottenere riconoscimenti in numerose mostre nazionali e internazionali. Le sue opere, ritratti e nudi femminili in particolare, parlano di bellezza interiore, grazia e forza insieme. Figure avvolte da un realismo vibrante, talvolta appena trasfigurato, ma sempre legato al vero. C’è una dolcezza ruvida nella sua pittura; le sue donne sembrano scolpite dalla luce, colte in un istante sospeso tra presenza e introspezione. “Lungo le pieghe del tempo”, questo il titolo della mostra, è un viaggio nel femminile, nell’emozione che si fa forma e nella memoria che si dipinge addosso al presente. Non meno evocativi gli scatti di Di Legge e Picone. I due fotografi, ormai parte viva del Palio, hanno saputo restituire in immagini lo spirito della manifestazione, non solo ciò che accade, ma ciò che resta nel cuore. I colori, le tensioni, le attese, i sorrisi e il sudore della corsa. Le emozioni, insomma, che si intrecciano alla storia. In un mondo che spesso corre senza guardare, il Palio del Tributo ci ricorda che lo sguardo attento sull’arte, sulla bellezza e sulla memoria è un atto prezioso. E che ogni pennellata o scatto fotografico può diventare racconto, testimonianza, dono collettivo. L’arte non è decorazione, è identità. E anche quest’anno, il Palio ha saputo ricordarcelo.