E’ scoppiata la pallanuoto-mania

E’ scoppiata la pallanuoto-mania
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Negli ultimi anni il numero d’iscrizioni di giovani atleti nelle società sportive del capoluogo pontino è aumentato in maniera esponenziale. Il tutto nonostante la città di Latina non offra strutture accoglienti ed in grado di ospitare campionati e tornei di una certa importanza. Eppure i risultati, anche a livello di prime squadre, stanno arrivando e stanno permettendo alla città di riportare il suo nome nell’olimpo della pallanuoto nazionale. La Rari Nantes, in particolare, ha conquistato la promozione in Serie A2. La Latina Pallanuoto, dopo il quarto posto della scorsa stagione, riparte dalla B con rinnovate ambizioni. Tutte, però, mantengono un occhio di riguardo al settore giovanile. Per la Latina Pallanuoto, in particolare, proprio il vivaio rappresenta il fiore all’occhiello. Numeri da record per la società del presidente Damiani, che nella sola stagione 2012/13 ha partecipato, con le varie categoria di atleti, a tre tornei internazionali (dalla Malta ad Andorra fino all’Habawaba), a 19 tornei interregionali e ad 8 campionati agonistici, record storico per un club della provincia di Latina. Numeri da capogiro, resi possibili da un bacino di ben 126 giovanissimi atleti che hanno scelto la pallanuoto come attività sportiva per la loro crescita. Un numero destinato ad aumentare ulteriormente. “Non so veramente cosa stia accadendo intorno al magico mondo Latina pallanuoto – commenta il direttore sportivo Roberto De Gennaro – un mix di fattori positivi sta portando un grande entusiasmo. Tutti noi abbiamo tolto tempo al lavoro, alla famiglia per la sola passione di questo sport. Lo abbiamo fatto con grande sacrificio ma sempre con la gioia di esserci, per quei sorrisi che ti aprono il cuore dei tanti piccoli atleti/e in acqua, con la convinzione che solo dando loro importanza e voglia di partecipazione, possiamo guardare con più serenità al futuro non solo della pallanuoto ma dello sport in generale. Spero vivamente che anche coloro che amministrano questa città possano, solo per qualche attimo, tornare bambini e capire il vero valore sociale e umano dello sport di base”.

di Domenico Antonelli

 

 


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