L’On. Giancola e le sue proposte di «governance» territoriale

L’On. Giancola  e le sue  proposte di «governance» territoriale
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Determinazione, grinta e trasparenza,è così che oggi l’On. Rosa Giancola, consigliere regionale, nella sede provinciale di via costa ha illustrato due proposte di «governance» territoriale che riguardano la Programmazione Negoziale e i Contratti di Fiume con al centro delle proposte, le clausole sociali e il recupero produttivo. Di seguito parte dell’intervento introduttivo che ha preceduto la presentazione della Legge Regionale n. 253/254 che porta la sua firma: “È per me importante questa condivisione poiché il ruolo del Consigliere Regionale è quello di rappresentare le istanze del proprio territorio di provenienza. Pertanto questo passaggio è propedeutico alla fase emendativa della proposta di legge stessa, che attende le vostre critiche nel tentativo di contribuire al miglioramento degli strumenti normativi regionali. Spesso infatti ci dimentichiamo che le Regioni sono gli enti più piccoli con potere legislativo, sopra c’è lo Stato e sopra ancora la comunità europea, va da sé che possono perseguire disegni normativi soltanto per le proprie competenze e di dettaglio rispetto alle norme dello stato e dell’Europa. Tuttavia possono fare molto senza rendere ridondanti gli interventi legislativi e migliorando l’esistente. Evitando così la gemmazione dei testi che spesso sono meri interventi propositivi e slegati dalla struttura normativa esistente. Ho preparato una presentazione, non solo per rendere fruibile l’argomento a tutti, ma soprattutto perché questa proposta di legge è scaturita da due domande che mi sono posta non appena è iniziata quest’avventura: Come rilanciare il territorio di Latina su alcune sue specificità? Come agganciare a questo il rilancio a quello occupazionale? Questa provincia è a due facce. È unica per alcune peculiarità, senza tuttavia spiccare il volo. Ce lo dicono i fatturati dell’export. La provincia di Latina è la prima Provincia d’Italia per l’export per il farmaceutico e eccellente nell’agroalimentare. Ma queste voci positive non si traducono in un coinvolgimento di un territorio come il nostro in sofferenza dal punto di vista occupazionale. Processi di lungo periodo come la deindustrializzazione post cassa del Mezzogiorno e processi veloci di delocalizzazioni legati alla IMG_1033globalizzazione, di produzioni in prevalenza manifatturiere, mostrano l’altra faccia di una medaglia che preoccupa. Vieppiù una sofferenza che coinvolge tutti gli Enti Locali, compressi tra i patti di stabilità e i tagli lineari, accompagnati da un pacchetto di riforme che sta chiudendo la stagione del decentramento amministrativo, come la stagione degli sprechi e del fallimento dei livelli di governo locale. Tuttavia quella stagione oggi ritenuta dannosa si fondava soprattutto sul principio di sussidiarietà, che non fu tradotto proprio dalle Regioni che erano perlopiù, come è emerso dalle cronache nel breve e nel lungo periodo, lunghe catene di relazioni che gestivano i territori attraverso una rete clientelare e di corruzione. La politica ha reagito a colpi di riforma, rincorrendo forse di più il consenso dell’antipolitica e i prudori forcaioli, piuttosto che il riordino oggettivo delle istituzioni rendendo queste più trasparenti. Spesso correndo il rischio di lasciare indietro proprio quei territori, specie nel centro sud, che dal canto loro, erano soprattutto abituati ad essere gestiti, senza mai affrontare quei nodi culturali che conducono alla responsabilità e alla partecipazione così come chiedono le democrazie del terzo millennio. Adesso però c’è l’urgenza di recuperare. Di ritrovare in fretta la lucidità, poiché la semplificazione di certe complessità può offuscare e mettere in pericolo il processo democratico stesso fondante l’intera società. Quando questa crisi passerà…se passerà…niente sarà più come prima, nessun sistema produttivo potrà configurarsi così come l’abbiamo conosciuto. E allora bisogna fare in fretta, spingere sull’acceleratore della capacità di “fare sistema” e di intercettare tutti gli strumenti in grado di dare una risposta sostenibile a quello che non è semplicemente un “cambiamento”, ma che è invece una “mutazione radicale di ogni sistema economico”. Questa PL 253, è solo un modesto contributo, un dato di realtà che cerca sostegno e condivisione.


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