Roccagorga: storia, tradizioni e buona cucina

Roccagorga: storia, tradizioni e buona cucina
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Arroccato su uno sperone del Monte Nero e circondato dai monti Castellone, Difesa e Sentinella, il piccolo comune di Roccagorga si sviluppa nella parte meridionale dei Monti Lepini, verso la Valle dell’Amaseno. É un comune di poco meno di 5000 abitanti ma con una lunga storia da raccontare.

 

La sua fondazione sembra legata ad una matrona romana, Gorga appunto, che fuggendo dalla vicina e distrutta Privernum si rifugiò con i suoi servitori in queste terre, scegliendole come nuova patria. Verso la fine del Medioevo inizia la vera espansione del paese.

Il borgo diventa feudo di numerose famiglie nobiliari alle quali deve l’attuale impianto urbanistico. Si sviluppa dunque come centro abitato e si arricchisce di monumenti, come pure di nuovi impianti decorativi ed architettonici. Resta ancora immutato agli occhi del visitatore l’impatto scenografico del centro storico, che si mostra con i caratteri del tempo.

Così alle due estremità della piazza principale si contrappongono potere spirituale e potere temporale, rispettivamente concentrati nella Chiesa dei S.S. Erasmo e Leonardo e nel Palazzo Baronale. La prima, di chiara matrice Barocca risale al XVII secolo, l’esterno ha una particolare forma convessa e l’interno, che si sviluppa lungo tre navate, ospita una ricchezza di ornamenti che non passa certo inosservata.

Del XIII secolo è invece il Palazzo Baronale, costruito inizialmente come Torre Quadrangolare si trasforma prima in rocca fortificata poi, col tempo, in un vero e proprio castello. Tuttora visibile, sul portale d’ingresso, lo stemma araldico della famiglia Doria Pamphili che ne fu ultima proprietaria.

Al suo interno ha sede l’Etnomuseo Monti Lepini, estremamente interessante a livello storico e scientifico quanto innovativo nelle esposizioni. Il museo nasce con l’intento di riscoprire, promuovere e valorizzare le tradizioni popolari locali, aprendosi al confronto con diverse realtà internazionali.

Al suo interno un ampio spazio è dedicato alla rievocazione della strage del 6 gennaio 1913, intesa come elemento fondamentale dell’identità collettiva locale. La mattina del 6 gennaio 1913 la piazza centrale del paese, all’epoca dei fatti Piazza Vittorio Emanuele, fu teatro dell’evento che tristemente portò il piccolo centro del basso Lazio alla ribalta nazionale. In questo giorno d’inverno i contadini di Roccagorga si riversano numerosi nella piazza e manifestano contro il potere costituito.

La folla, esasperata per gravi motivi sociali, si dirige decisa verso il Municipio, in breve scoppiano violenti tafferugli durante i quali le forze dell’ordine, chiamate per reprimere la rivolta, aprono il fuoco contro i manifestanti. Sono sette i morti, tra uomini, donne e bambini. Attraverso i media quell’evento giunse alla conoscenza nazionale ottenendo un forte riscontro.

Oggi, a cento anni da quel massacro, Piazza Vittorio Emanuele è ormai Piazza VI gennaio. La vicenda dell’eccidio del giorno dell’Epifania del 1913, rimane uno degli esempi più struggenti di quanto i cittadini hanno dovuto sopportare nei secoli per ottenere emancipazione e libertà.

Gli effetti di tale massacro hanno segnato profondamente la memoria dei rocchigiani e oggi il Comune, ricorda il triste evento con manifestazioni e cerimonie sull’accaduto, per conservarne la memoria. Quest’anno, in occasione del centenario dell’eccidio, diverse sono le attività programmate.

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Proprio in Piazza VI gennaio il 4 Agosto avrà luogo la rappresentazione comunitaria teatrale “L’URLO DEI POVERI” (La Rifolta ore 21:00). L’evento è promosso dall’Associazione Culturale METROPOLI’S, attiva sul territorio da 25 anni. Un’associazione che, per dirla con le parole del Presidente Eros Ciotti, nasce “per la passione verso la Cultura e tutte le sue diversificate manifestazioni: dalla Letteratura al Teatro, dall’Archeologia all’amore per la Natura, dalla Storia all’Antropologia, dall’Arte alle Tradizioni”.

Parlando di tradizioni non si può non menzionare la cucina tipica di Roccagorga che imbandisce le tavole con pasta fatta in casa, carne e prodotti dell’orto. Senza dubbio da provare le “Lacne con i fagioli” come pure le minestre contadine: quella di pane e fagioli e la famosa “Rappagacornuti”.

Per i dolci non c’è che l’imbarazzo della scelta e la tradizione vanta prelibatezze come le ciambelle all’acqua, al vino e all’uovo. I prodotti tipici di Roccagorga sono essenzialmente due: l’olio extra vergine di oliva e il vino, bianco o rosso secondo il gusto personale.

Marta Parcesepe


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