Video: “Vaccinare è un gesto d’Amore”

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Durante il convegno Da Sabin alla Normativa: “A che servono questi vaccini?” organizzata lo scorso venerdì 14 Settembre dall’Ordine dei Medici e degli odontoiatri della provincia di Latina,  è emerso che “Vaccinare è un gesto d’Amore”. Queste le parole sorte spontanee a conclusione dei racconti di coloro che, intervistati per conto dell’Ordine dalla giornalista Dina Tomezzoli con le riprese video di Lorenzo Moriconi, hanno sottolineato l’importanza di vaccinare ed essere vaccinati dopo avere testimoniato le lori drammatiche esperienze essendo stati colpiti, direttamente o i loro familiari, da una patologia evitabile con il vaccino.

Nelle interviste si sono succeduti nell’ordine:

  • l’avvocato Amelia Vitiello, Vicepresidente della Onlus Alessia e i suoi Angeli     e   Presidente del Comitato contro la meningite, di tipo B che racconta della sua bambina di diciotto mesi morta in una notte per una meningite fulminante quando ancora il vaccino non era fruibile.
  • Giuseppe Morandini ora pensionato, che mantiene un ricordo indelebile del suo lungo calvario durato giorni di spasmi e di incontrollabili movimenti muscolari, accompagnati da intensi dolori insopportabili per un bambino di cinque anni. Sintomi dapprima inspiegabili per i familiari ma che solo dopo essere stato trasportato in ospedale si può affermare, a posteriori, di essere quasi miracolosamente sopravvissuto ad una grave infezione tetanica, causata da una piccola ferita da taglio di una forbice, grazie alle immediate ed intense cure mediche somministrate.    
  • Ida Ferrari referente del coordinamento “Via libera”, colpita nel 1952 all’età di circa  due anni da poliomielite agli arti inferiori, per sfortuna solo pochi mesi prima dell’impiego anche in Italia del vaccino Sabin. Ci racconta delle cure e della lunga convalescenza che a quei tempi tenevano i bambini lontani da casa e isolati dai loro affetti familiari, e di come la poliomielite abbia impedito poi le sue aspirazioni di attività ludiche motorie e limitato i suoi movimenti nella normale e quotidiana vita di relazione in presenza degli ostacoli prodotti dalle barriere architettoniche ancora presenti numerose nelle nostre città.


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