Libri: “Il Sessantotto sequestrato” a cura di Guido Crainz

Libri: “Il Sessantotto sequestrato” a cura di Guido Crainz
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Sarà presentato Giovedì 7 giugno alle 17.30, al museo civico Duilio Cambellotti il libro “Il sessantotto sequestrato. Cecoslovacchia, Polonia, Jugoslavia e dintorni”. A parlare al pubblico dell’“altro Sessantotto” raccontato nel volume sarà il curatore Guido Crainz, che è anche autore dell’ampio intervento introduttivo ai quattro saggi di Pavel Kolárř, Wlodek Goldkorn, Nicole Janigro e Anna Bravo che compongono il libro, edito da Donzelli.“Il Sessantotto sequestrato” racconta come, a distanza di cinquant’anni dal simultaneo manifestarsi dei movimenti di contestazione del ’68 in tante parti del vecchio continente, iniziamo forse a comprendere che per la sua storia successiva sono rilevanti soprattutto i rivolgimenti, i traumi e i processi che segnarono la Cecoslovacchia, la Polonia e altre aree dell’Europa «sequestrata» dall’impero sovietico, per dirla con Milan Kundera. Per molti versi quei rivolgimenti rappresentarono uno spartiacque: la conferma definitiva che il «socialismo reale» non era riformabile. I processi che attraversarono allora quest’area furono solo apparentemente stroncati a Praga dai carri armati del Patto di Varsavia e in Polonia da una brutale offensiva di regime che assunse violenti toni antisemiti, provocando l’esodo di una ricca comunità intellettuale e di una parte significativa degli ebrei rimasti nel paese dopo la Shoah. In realtà, pur nel modificarsi di prospettive e di visioni del mondo, si dipanano da allora alcuni esili e al tempo stesso straordinari fili che portano al 1989, passando per Charta 77 in Cecoslovacchia o per il Kor e Solidarność in Polonia. Eppure, in quel fatidico ’68, i giovani, gli intellettuali e i rinnovatori di quei paesi, i sostenitori di un «socialismo dal volto umano», non trovarono nei movimenti studenteschi dell’Occidente quel solidale sostegno che sarebbe stato necessario. Né lo ebbero dai partiti comunisti europei. Perché? E perché in molte ricostruzioni storiche complessive ha prevalso spesso una sostanziale rimozione di questi aspetti? A queste domande e a questi nodi rispondono i contributi del libro: il saggio di apertura di Guido Crainz; quelli di Pavel Kolář, Wlodek Goldkorn, Nicole Janigro, Anna Bravo; e i documenti di studenti e intellettuali di allora, con le successive testimonianze di personalità come Jiří Pelikán, Adam Michnik, Zygmunt Bauman.  Interverranno all’incontro oltre al curatore Guido Crainz, la saggista e scrittrice Noemi Ghetti, lo storico Stefano Mangullo e l’Assessore alla Cultura del Comune di Latina Antonella Di Muro. Coordina la giornalista Licia Pastore.


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