La Fabbrica di Porcellana al Moderno

La Fabbrica di Porcellana al Moderno
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Sabato 14 novembre, alle 21, ospiteremo la compagnia Teatro Safarà, i cui fondatori Angelica De Bernardo, Roberto Maria Napoletano e Lahire Tortora, proseguono la loro strada insieme dopo essersi diplomati all’’Accademia d’Arte Drammatica del Teatro Stabile del Veneto. Dopo una rivisitazione del monologo teatrale “Il Grigio” di Giorgio Gaber e Sandro Luporini e dopo “La signora e il funzionario” di Aldo Nicolaj, è la volta di “La fabbrica Di Porcellana, tratto dal romanzo “Mammut” di Antonio Pennacchi. Proprio con quest’ultimo lavoro, ambientato nella nostra città, desideriamo dare spazio alla drammaturgia contemporanea.

SABATO 14 NOVEMBRE ORE 21:00

LA FABBRICA DI PORCELLANA
Liberamente ispirato al romanzo “Mammut” di Antonio Pennacchi.
Ideato, diretto ed interpretato da Lahire Tortora con la partecipazione di Alessandro Romano.
Musiche a cura di NAN, arrangiate ed eseguite da Valentina Furlan.
Illustrazioni di Deborah Barbazza.
Video a cura di Gianluca Stevanella.
Proiezioni a cura di Michele Pastrello.

Latina, 1987. Benassa, leader storico degli operai della fabbrica di cavi elettrici ‘Supercavi’ fin dai tempi delle lotte del ’68, colto, intelligente, irremovibile nei suoi principi ma al tempo stesso abile nelle trattative, dopo tanti anni di lotte sindacali condotte fieramente in prima linea, è stanco. E di fronte all’ennesima trattativa con l’azienda, sta per cedere. In cinque giorni, raccontati in prima persona dal suo più fedele amico, collega e compagno di lotte, Benassa ripercorre tutta la sua vita di leader sindacale, cercando di capire quale sia la decisione giusta da prendere, stavolta.Capendo amaramente che il tempo e le disillusioni hanno minato passo dopo passo la compattezza sua e dei suoi compagni. E riscoprendosi, improvvisamente, fragile. Come la porcellana.
Quando, nel 2011, Mondadori ha pubblicato nuovamente ‘Mammut’ di Antonio Pennacchi, l’autore, nella sua introduzione alla nuova edizione, scrive: “Non ho voluto cambiare una sola virgola. Oggi scrivo in maniera diversa. La prosa è meno frammentata. C’è meno rabbia, dentro, forse. Ma un po’ più di saggezza. Più pietas. ‘Mammut’ però è quello, e quello resta. E’ l’unico dei miei libri – mi verrebbe da dire “figli” – che non voglio più toccare”. Chiarissimo. Mi piace però pensare che, oltre all’affetto dello scrittore verso la propria opera, dietro questa scelta ci sia la volontà di evidenziare che le grandi questioni trattate da Pennacchi con ‘Mammut’ quasi trent’anni fa siano ben lungi dall’essere chiuse.
Del resto, in tal senso è interessante notare che la riedizione di ‘Mammut’ sia arrivata appena un anno dopo la definitiva chiusura della Nexans, ovvero della vecchia Fulgorcavi, la fabbrica le cui vicende sono raccontate in ‘Mammut’ con il nome appena velato di Supercavi.
Anche su questo punto l’autore, sempre nella sua Introduzione, è chiarissimo: “E’ andata come è andata. Sta tutto scritto nel romanzo. La fabbrica è rimasta aperta altri trent’anni. L’hanno chiusa adesso, nel 2010. E se il fatto d’averla tenuta tutti assieme aperta allora è una dei più bei ricordi e soddisfazioni della mia vita, il fatto che l’abbiano chiusa adesso è uno dei dolori più grandi”.
Ed è proprio in questo conflitto tra opposti stati d’animo che il teatro, narratore per eccellenza del conflitto, trova il suo spazio e la sua dimensione.
Le vicende di ‘Mammut’ hanno trovato, per diversi motivi, nuove esigenze di essere raccontate: da queste medesime esigenze sono partito per trasportare questa narrazione sotto l’egida del linguaggio teatrale. Il risultato di questo percorso è “La fabbrica di porcellana”.

Ingresso intero € 18,00
Ingresso ridotto € 15,00
Info e prenotazioni 0773 47 19 28 – 346 97 73 339


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